Booster(30 settembre 2008) |
I sistemi digitali hanno bisogno che la centrale digitale invii alle
rotaie sia la corrente necessaria a far funzionare i motori delle
locomotive, sia i segnali che vengono recepiti dai decoder.
Ma la centrale da sola non può "amplificare" questi segnali perchè siano inviati a tutto il tracciato e soprattutto non è in grado di erogare corrente sufficiente a far muovere i motori; ecco che interviene il booster, spesso integrato nella centrale digitale. Su impianti particolarmente grossi un solo booster può non essere sufficiente ad erogare gli Ampere necessari al funzionamento di tutte le locomotive. Si può rimediare in due modi: si acquista una centrale digitale che eroghi una potenza superiore, oppure si acquista un booster aggiuntivo che possa "integrare" la sua potenza con quella della centrale digitale già in nostro possesso. Naturalmente, se la centrale che abbiamo a disposizione permette di installare dei booster aggiuntivi, questa è la scelta più indicata. A questo proposito ricordiamo che anche centrali digitali molto semplici come il Roco Lokmaus2 permettono di installare booster aggiuntivi. |
Installazione di un Booster aggiuntivo |
Pensare che un booster aggiuntivo possa essere installato semplicemente
collegando i cavi di uscita alle rotaie è un grosso errore.
Infatti ogni booster deve essere connesso al tracciato in modo tale che sia isolato da tutti gli altri: sono quindi necessarie delle scarpette isolanti (su entrambe le rotaie!) che dividano il tracciato in "distretti di potenza", ognuno dei quali è elettricamente isolato dagli altri. La continuità del segnale digitale tra i vari distretti è assicurata dalla connessione tra i booster stessi e non tra le rotaie. Ogni marca o modello di centrale digitale ha un metodo che permette ai booster di "dialogare" e di scambiarsi i segnali digitali così da poterli inviare correttamente a tutti i distretti di potenza - spesso sono sufficienti 2 fili. Bisogna soltanto prestare attenzione ai collegamenti tra i diversi booster e le rotaie: la polarità va sempre rispettata! |
Fig 1. Connessione di due booster e distretti di potenza |
È naturale che con questa soluzione si potranno far circolare
più locomotive contemporaneamente, ma solo se esse circolano su distretti
di potenza diversi. Infatti, supponendo di avere due booster da 3A, la potenza
totale del tracciato non è di 6A, ma di 3A per ogni distretto.
Questo è accettabile nella maggior parte dei plastici; 3A possono essere sufficienti ad alimentare soltanto una stazione dove circoleranno più locomotive, mentre i restanti 3A erogati dal booster supplementare possono servire ad alimentare la piena linea. Un altro vantaggio della divisione in distretti di potenza è che ogni booster "controlla il proprio territorio", gestendo separatamente i corto circuiti. Facciamo un esempio sulla base della suddivisione suggerita in precedenza: stazione - distretto 1, piena linea - distretto 2. Se in piena linea un carro dovesse sviare e creare un corto circuito, il booster del distretto corrispondente toglierebbe istantaneamente corrente, mentre il booster del distretto della stazione continuerebbe ad erogare corrente al distretto di potenza che controlla, permettendo agli operatori del plastico di continuare ad effettuare manovre senza sgradite interruzioni. |
Distretti di potenza senza booster aggiuntivi |
La divisione in distretti di potenza è un grosso vantaggio, anche se il
plastico è di modeste dimensioni. Ipotizziamo di suddividere in diversi
distretti un plastico come segue: zona passeggeri della stazione A,
scalo merci della stazione A, piena linea, stazione B, industria raccordata
alla stazione B.
Appare evidente il vantaggio di poter avere una gestione separata dei corto circuiti così da assicurare la continuità delle operazioni in tutti gli altri distretti. Ma in termini di costi, aggiungere un booster per ogni distretto può essere proibitivo. Oltretutto, se si possiede una centrale che eroghi corrente sufficiente a far circolare il numero di locomotive che vogliamo controllare, sarebbe uno spreco di Ampere! È possibile dividere il plastico in distretti di potenza anche se si possiede un unico booster. Esistono in commercio dei moduli appositi che accettano come input l'uscita del booster e che sono in grado di gestire separatamente questa potenza dividendola in due o più distretti. Attenzione: questi moduli non suddividono necessariamente gli Ampere su ogni distretto! La potenza complessiva del booster è sempre disponibile in ogni distretto, ma la gestione dei corto circuiti è separata. |
Fig 1. Connessione di un modulo per la gestione dei distretti di potenza |
Alcuni di questi moduli, oltre a gestire i corto circuiti per i distretti di potenza,
possono essere usati per controllare tracciati speciali come cappi di ritorno, wye,
piattaforme girevoli. Le combinazioni sono a piacere, ad esempio con un solo modulo
è possibile gestire due distretti di potenza, un cappio e una piattaforma girevole
tramite un solo booster - e con meno di €70!
Tra i vari moduli disponibili in commercio, segnaliamo quelli prodotti da Tony's Trains (negozio on-line USA specializzato in DCC) e quelli prodotti da Digitrax. Mentre il PM42 di Digitrax gestisce 4 circuiti (distretti o loop con combinazioni programmabili a piacere), i modelli PSX proposti da Tony's Trains sono disponibili nelle versioni da 1, 2, 3 o 4 distretti di potenza. Il PSX-AR sempre di Tony's Trains gestisce invece l'inversione di polarità per loop, wye o piattaforme girevoli (vedi l'articolo sui cablaggi dei binari).Articolo realizzato da Denny Turani |
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